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domenica 18 ottobre 2015

Expo Milano 2015, il successo è reale...

Superati i 20 milioni di ticket effettivi venduti, 10 milioni di accessi al cluster del caffè, mentre 200mila bambini hanno visitato il padiglione Kinder... Be', se non è un successo questo?! Expo ha superato le aspettative e in questi giorni, ormai gli ultimi, le code continuano.
Anche se non c’è ancora un progetto preciso sul “dopo expo”, qualche dato già circola e ci rincuora. Mi sono presa del tempo per raccogliere i dati e rispondere a qualche commento negativo sul mio post di Expo, condiviso giovedì 15 ottobre su Facebook.
Non sono solo i grandi numeri di presenze o ticket ufficiali a confermare la felice riuscita di #ExpoMilano2015
Il successo è reale, molto reale! 
E, scusate, se per una volta c’è una buona notizia nel nostro Paese, perché diavolo cercare il negativo a tutti i costi e non gioire?!
A parte l’obiettivo superato dei 20 milioni di entrate, che ripagano il miliardo speso per l’esposizione milanese, c’è già chi “ha fatto i conti” e dichiarato pubblicamente un esito positivo! 
Ho visitato e apprezzato Expo (purtroppo o per fortuna, anche io infilandomi in lunghe code a ottobre, quando tutto gli italiani si sono riversati a Rho per paura di perdere l’evento). Non ho potuto vedere tutti i padiglioni, come già scritto nel diario della mia due-giorni, ma ho girato e respirato parecchio l'atmosfera internazionale, cogliendo molti segni di speranza, la voglia e la possibilità di un futuro migliore.
Ecco, perché sono ben felice di condividere i dati di una ricerca autorevole, coordinata dal prof. Alberto Dell’Acqua dell’Università  Bocconi di Milano, il quale, per conto della Camera di Commercio di Milano e di Expo Spa, ha stimato la produzione aggiuntiva del nostro Sistema Paese di 23 miliardi di euro (sì, MILIARDI, ma non sono spesi!). Mentre il valore aggiunto di Expo 2015, ovvero il prodotto interno lordo della manifestazione, è pari a 10 miliardi di euro.
E non è tutto. Per la “nostra” Lombardia, Assolombardia ha calcolato il valore aggiunto lombardo in 2,3 miliardi, considerando tutta la regione e i vari comparti, dalle imprese turistiche al business delle imprese regionali. Forse il lago di Garda non ne ha beneficiato, forse è stata un’annata turistica generalmente favorevole, forse più italiani si sono mossi sul territorio, fatto sta che i numeri ci sono e parlano chiaro. Per non parlare dei riflessi mondiali per il nostro “made in Italy”.
Per il futuro dell’area Rho-Expo di Milano ci sono, per il momento, varie ipotesi sul piatto, ma almeno la metà dell’area pare rimarrà verde! Come verdi di rabbia saranno quelli che hanno passato mesi a criticare e “gufare” l’Expo italiana! Mi spiaca, accipicchia. Ma se possiamo dire “viva l’Italia”, che aspettiamo a farlo? Urliamolo anziché pronunciarlo a labbra e denti stretti, lanciando scongiuri!


mercoledì 7 ottobre 2015

Expo Milano 2015. Diario di un giro del mondo in due giorni!

Missione Expo Milano 2015 compiuta. Un’interessante, avvincente e affollata immersione nelle culture, tradizioni alimentari e politiche agricole di tanti Paesi, un giro del mondo in soli due giorni e 110 ettari, che non mi ha risparmiato code e mal di schiena. Ma ne è valsa la pena!
Ne è valsa la pena perché l’orgoglio di essere italiana passa anche da questa Expo, premiata dall’affluenza di questi ultimi mesi. Perché ci sono Paesi di cui sapevo poco o nulla, e che mi hanno sorpresa e affascinata. Partirei domani per visitarli davvero!

Ne è valsa la pena per la quantità di stimoli che si raccolgono, anche solo passeggiando lungo il decumano.



Per esempio, lo sapevate che la mela più grande al mondo cresce in Kazakhstan? E che il maggiore esportatore di mele in Europa è la Polonia? E che un terzo delle foreste mondiali sono in Thailandia?
Ci tornerei, per terminare il giro in quegli Stati in cui avrei fatto prima a prendere l’aereo e partire piuttosto che mettermi in coda. Ci tornerei per saperne di più, assaggiare e vedere di più, per fare meno attesa e vivere l’Expo con occhi più esperti e meno fretta. Peccato aver aspettato l’ultimo mese. Mea culpa. 
Al di là delle tante polemiche, credo che i due giorni di “experience” nel cuore internazionale di Milano siano valsi la mia vacanza di settembre saltata e la stanchezza di oggi. Ho firmato la Carta di Milano al Padiglione Italia (mi scuseranno i connazionali se ho preferito però il "parco agroalimentare sostenibile" della Germania) con la fiducia che questa eredità culturale, da qui in avanti, sia un impegno mio e anche “virale” per estendere il diritto al cibo, la lotta agli sprechi, la sicurezza di ciò che mangiamo, le buone pratiche di rispetto ambientale e puntare su un'agricoltura che produca per tutti senza impoverire o distruggere. 
A Expo si incontrano e respirano saperi, tecnologia, tradizioni, creatività, futuro, eccellenze italiane e internazionali e, inevitabilmente, uno scontro di ricchezze e povertà. Riuscire a riequilibrare le differenze e sommare, anzi intrecciare, il buono che c’è in ogni Paese per una rete mondiale meno sbilanciata e più sostenibile dovrebbe essere una responsabilità condivisa, non più un sogno. Ripartiamo dal successo di Expo 2015 per un futuro non procrastinabile, un futuro concreto e veramente uguale per tutti.
Ultima riflessione internazionale. Forse non tutti i Paesi hanno recepito in pieno il tema e l’invito di Expo, “Nutrire il pianeta, Energia per la vita”. Qualcuno si è fermato all’aspetto più consumistico e di marketing, ma sta comunque al visitatore critico cogliere gli spunti giusti e portare a casa solo ciò che è veramente utile. Senza sprecare nulla.