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lunedì 23 novembre 2015

Giorgio Calabrese, nutrizionista: "A tavola, più moderazione e meno allarmismo"

Moderazione, meno allarmismo e più consapevolezza. Questa in sintesi la ricetta del medico nutrizionista GiorgioCalabrese, docente di Scienza dell’alimentazione all’Università di Torino e alla Federico II di Napoli e presidente del Consiglio superiore della Sicurezza alimentare per il Ministero della Salute. 
Ospite a Desenzano, per un incontro organizzato dall’Azienda ospedaliera della città sul tema “Il cibo è salute”, l’esperto, presenza fissa in varie trasmissioni televisive, ha definito la recente notizia sulla carne rossa «puro allarmismo»
Calabrese è intervenuto sulle rive del Garda a pochi giorni dall’annuncio diffuso dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) sulla carne rossa lavorata, classificata come “probabile cancerogeno per i tumori dell’intestino colon-retto, pancreas e prostata… Ma la “fragilità” di questo studio, ha detto lo specialista, «è che si tratta di un lavoro svolto in base a dati epidemiologici, non una ricerca su persone sane e altre malate. E, soprattutto, si basa su dati di persone che vivono nel mondo anglosassone, dove si consumano molte carni rosse e dove sono in aumento i tumori al colon». 
Il dottor Calabrese conferma la bontà di «uno stile alimentare ispirato alla dieta mediterranea, in cui non vi è una presenza massiccia di carne, ma predominano verdure, legumi, frutta, insieme a pesce, carne, uova, formaggi, nella giusta alternanza».



Dottor Calabrese, visto che è Desenzano per parlare di “quando il cibo è salute”, partiamo da questa domanda: quando ciò che mangiamo ci fa stare veramente bene?
«Nella misura in cui diventa l’elemento portante della condizione dietetica, che porta alla salute nutrizionale dell’uomo. Esistono infatti una salute fisica, una psichica e una nutrizionale. Quest’ultima riguarda il cibo e il nostro apparato digerente. Per cui il cibo deve essere consumato in maniera equilibrata, tenendo presente che l’eccesso è dannoso, di qualunque alimento si tratti».
Quindi il segreto è la moderazione…
Giorgio Calabrese
«Avere un equilibrio dei nutrienti è fondamentale, perché se non c’è equilibrio, la prevalenza di un nutriente contro un altro genera rapporti biochimici che conosciamo poco e che possono causare uno stato di malattia. Per esempio: oggi sappiamo che mangiare più prodotti con mercurio, alluminio, rame può creare problemi al cervello e patologie come l’Alzheimer».
C’è un nesso tra cibo e infiammazioni?
«Sì. Per esempio la presenza eccessiva di grassi saturi o di proteine animali legate ai grassi saturi scatenano delle sostanze che si chiamano leucotrieni e trombossani: agenti che stimolano l’organismo a produrre prostaglandine, che possono generare infiammazioni e, di conseguenza, altre patologie, anche tumori».
Gli zuccheri, o meglio i dolci, molto consumati dai bambini… anche quelli possono causare infiammazioni?
«Premetto che faccio parte del nucleo di scienziati che ha portato il consumo giornaliero di zuccheri dal 24% al 10% e la mia proposta è di ridurlo ancora. Ma mentre si parla di diminuire gli zuccheri, nessuno cita i grassi. Quando pensiamo che un bambino mangia troppi zuccheri, in verità mangia troppi dolci. Consuma dei prodotti che contengono zuccheri e soprattutto grassi. Ecco, noi dobbiamo limitare specialmente il consumo di grassi saturi, che ci fanno male».
Veniamo all’attualità della “carne rossa”, notizia lanciata come una bomba dall’Oms e poi ritrattata. L’Agenzia ha classificato nel “Gruppo 1” (cancerogeni certi) la carne lavorata, insaccati, wurstel, salsicce e nel “Gruppo 2” (alimenti rischiosi) le carni rosse, ossia manzo, vitello, maiale, agnello, montone, cavallo e capra. Qual è la verità?
«Per parlarne devo svelare il backstage della vicenda. In questo caso, hanno parlato due persone dell’Oms, che hanno fatto delle classificazioni basate su evidenze limitate, in termini di epidemiologia, facendo presupporre un legame tra insorgenza di cancro al colon e consumo di carni rosse. Non sono lavori fatti sui pazienti, ma sintesi di tanti lavori scientifici. In particolare lo studio della carne è stato diffuso perché l’Oms è in crisi economica e le donazioni iniziano a scarseggiare; il che potrebbe portare a una riduzione del carrozzone dell’Oms, quindi lanciare una bomba ogni tanto serve a dimostrare quanto sia fondamentale la loro presenza. Con il ministro della salute Beatrice Lorenzin ho chiesto di vedere il lavoro sulle carni rosse; ci è stato risposto che ce lo daranno a fine 2016, quando lo studio sarà pubblicato. L’indomani è stata lanciata la stessa “bomba” con il caffè. Direi che questa non è scienza e neppure giornalismo: è allarmismo puro».
Quindi meglio essere prudenti e prendere certe notizie con le pinze…
«È importante mettere delle regole. Lo hanno detto gli stessi Veronesi e Berrani, che non mangiano carne e sono vegani: la verità è consumare moderatamente carne. Io consiglio il buon senso: lunedì carne rossa, martedì carne bianca, mercoledì il pesce, giovedì uova, venerdì formaggio, sabato insaccati, se si vuole… Ma la carne rossa non più di due volte a settimana e una volta per i bambini».
Com’è meglio cuocerla?
«L’importante è che la carne non sia fritta o alla brace. Bisogna sempre evitare di cuocerla a elevate temperature perché l’ossidazione è pericolosa. Quando la carne cotta alla griglia diventa nera, i nitrati naturalmente presenti generano reazioni biochimiche e agenti detti cancerogeni. Lo stesso vale per verdure, pane, pizza… Cucinare tutti gli alimenti a 50-60 gradi al massimo».
Qualche indicazione sul consumo di grassi, che contrariamente a quanto si pensa non sono tutti nemici del nostro benessere?
«La nostra dieta quotidiana dovrebbe contenere pochi grassi saturi, ma più grassi monoinsaturi (olio extravergine, come quello del Garda) e più polinsaturi (pesce, carni bianche, frutta secca, oli di un solo seme consumati crudi), nel giusto equilibrio. Se noi eliminassimo del tutto il colesterolo, per esempio, rischieremmo di vedere insorgere altre malattie. È sempre un discorso di moderazione e armonia nel consumo. Così possiamo evitare tante patologie».
Quali oli usare per la cottura?
«Olio extravergine di oliva cotto e olio di un solo seme crudo. Gli altri oli hanno un punto di fumo più basso e sono pericolosi, se cotti».
E sui nuovi cibi del futuro, come alghe e insetti, cosa dice?
«In questo momento si sta parlando dell’accordo tra Europa e America per scambiarsi qualunque cosa. Il che, in pratica, significa aprire il mercato a un mondo orientale che ha bisogno di quello occidentale… Io dico sì ad alghe e insetti, ma solo in caso di carestia!».

Francesca Gardenato

(Pubblicato sul settimanale "Verona Fedele" 
del 22 novembre 2015)

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